Materiale Tecnico

Prendendo spunto dal modello del Ciclo del Disastro, composto dalle azioni: prevenzione, preparazione, soccorso, recupero, ripristino, in un'ottica di mitigazione e costruzioni di sistemi/comunità resilienti, in questa parte del sito vengono presentati, suddivisi per argomenti, tutti quegli approfondimenti tecnici che possono essere utili per una formazione permanente ed un approfondimento delle tematiche di proprio interesse.

Dissesto idrogeologico: presentato il primo stralcio del piano nazionale 2014-2020

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Oltre un miliardo di euro per 69 interventi per ridurre il rischio frane e alluvioni nelle città e nelle aree metropolitane. È quanto prevede il primo stralcio del piano nazionale contro il dissesto idrogeologico 2014-2020 presentato il 20 novembre scorso a Palazzo Chigi, con il dettaglio di interventi, costi, finanziamenti, stato della progettazione e cronoprogramma delle opere per la messa in sicurezza del territorio nelle dieci città metropolitane e in altre città delle regioni a statuto speciale.Sono 69 i primi interventi già cantierabili per 1.063,65 milioni di euro, individuati dalle Regioni con il supporto tecnico e scientifico delle Autorità di bacino, sulla base delle mappe di rischio di Ispra e Cnr. Riguardano opere decisive, alcune in ritardo di anni. Il Governo utilizzerà una corsia preferenziale che prevede un anticipo di finanziamento del piano nazionale, chiesto alla Bei (Banca Europea per gli Investimenti) e sostenuto dalla garanzia dei 110 milioni presenti nel Decreto Legge Sblocca Italia. I progetti riguarderanno Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Reggio Calabria, Cagliari, Messina, Palermo e Catania.

Alluvioni e Frane in Italia

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Il nostro bel paese è certamente tra quelli maggiormente caratterizzati da alluvioni e frane, in altri termini è uno dei paesi a maggiore Rischio Idrogeologico.Quando parliamo di Rischio Idrogeologico in parole semplici ci rivolgiamo a quegli effetti determinati sul territorio dal superamento di livelli critici, siano lungo i versanti (dove il livello pluviometrico è determinato dalle precipitazioni cadute), siano lungo i corsi d’acqua (dove il livello dei fiumi si innalza sia per accumulo diretto che per raccolta di tutto il bacino idrogeologico).Certamente il nostro territorio caratterizzato da una specifica conformazione geomorfologica e geologico - stratigrafica risulta una base ideale per l’innesco dei fenomeni propri di questo rischio: le alluvioni e le frane.

Uragani vera forza della Natura

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Partiamo da una prima importante considerazione, data la frequenza con la quale negli ultimi anni si stanno generando nelle zone caraibiche, sentiamo spesso parlare di uragani, ma in realtà con questo termine si definiscono i cicloni che si generano in questo territorio.Più precisamente. Si definisce ciclone un estesa perturbazione, che si verifica in zone dell’atmosfera dove la pressione è più bassa rispetto alle zone circostanti; la perturbazione assume un caratteristico moto rotatorio antiorario nell’emisfero settentrionale e orario in quello meridionale, per effetto della rotazione terrestre.

Tale fenomeno è caratteristico delle zone equatoriali (cicloni tropicali) dove per la presenza di aria molto calda e umida data dalle acque ad alta temperatura degli oceani equatoriali, si genera un forte abbassamento di pressione, che sottoposto alla rotazione terrestre, causa movimenti rotatori ascensionali di ulteriori masse di aria umida e calda. A quote elevate si ha una ingente quantità di vapore acqueo, che condensandosi da origine ad uno spesso strato di nubi temporalesche, caratterizzate da una velocità crescente, mano a mano che percorrono superfici liquide. Infatti la morte del fenomeno si ha quando raggiunge la terraferma, dove subisce una rapida diminuzione di intensità, oppure continuando sulle acque di latitudini più alte incontra acque fredde che ne declassano la forza fino a farlo perdere in semplice perturbazione. Spesso, sentiamo parlare di uragani, di tifoni, di tornado, ma che differenza c’è l’uno dall’altro? Uragani e Tifoni sono in realtà sempre Cicloni; si chiamano Uragani negli States, (da Hurricane a sua volta da Hurican il dio del male nei caraibi), mentre Typhoon (Tifoni) in Asia. I Tornado sono di fatto altra cosa, sono quelli più sfruttati dalle pellicole cinematografiche, e che siamo stati abituati ad osservare spesso nelle pellicole amatoriali come le tipiche trombe d’aria. Essi accompagnano fronti freddi in movimento e si generano per il netto contrasto termico con masse ascensionali di aria calda che partendo dal suolo creano un movimento a spirale verso l’alto, in grado di trasportare e sobbalzare tutto ciò che incontra sul suo tracciato. Mentre Uragani e Tifoni sono più caratteristici dei luoghi che ne battezzano i nomi, i Tornado o Trombe d’aria sono tipici anche delle nostre zone, seppur tutto sommato non sono molto frequenti. Piccola curiosità ben nota ormai sulla nomenclatura degli uragani: infatti i nomi degli uragani sono decisi preventivamente dall’Organizzazione meteorologica mondiale, che ha creato sei liste di nomi, che ciclicamente vengono usate a rotazione di anno in anno. Ogni lista è costituita da nomi propri (nel 2012: Alberto, Beryl, Chris, Debby ...) uno per ogni lettera dell’alfabeto (tranne Q, U, X, Y, Z).

DOSSIER ECOSISTEMA RISCHIO 2011 - LEGAMBIENTE

Ecosistema Rischio 2011: i dati sul rischio idrogeologico in Italia
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L’indagine realizzata da Legambiente con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile ha monitorato le attività di prevenzione realizzate da oltre 1.500 fra le 6.633 amministrazioni comunali italiane classificate a rischio idrogeologico potenziale più elevato.
Una fragilità amplificata dalla presenza di abitazioni costruite in aree ad alto rischio nell’85% dei comuni intervistati. L’indagine - realizzata nell’ambito della campagna nazionale Operazione Fiumi 2011 giunge alla sua nona edizione. A presentare lo studio Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente, Simone Andreotti, responsabile protezione civile di Legambiente, con la partecipazione del Capo Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli.

Guidance on water supply and sanitation in extreme weather events

EDITORE: United Nations Economic Commission For Europe (UNECE); World Health Organization Regional Office for Europe (WHO/Europe) - ANNO: 2010
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This document is intended to provide an overview on why and how adaptation policies should consider the vulnerability of, and new risk elements for, health and environment arising from water services management during adverse weather episodes. It (i) reviews the issue of trends and impacts of extremes events and raises awareness about the need to re-assess the tools and capacities to cope with such extremes, including international framework and inter-agency programmes promoting disaster resilience and the introduction of risk reduction strategies into policies of adaptation to climate change; (ii) recalls the basic disaster preparedness and early warning principles; (iii) provides advice on communication issues; (iv) addresses the vulnerability of coastal areas and bathing waters; (v) discusses the impact on human health; (vi) places extreme weather events in the context of water safety plans; and (vii) formulates advice for adaptation measures for water supply and sanitation services during such events.

DISASTER RISK MANAGEMENT: Climate Change Adaptation in Europe and Central Asia

This paper reviews the current knowledge on the implications of climate change for extreme weather and analyzes the ability of Europe and Central Asia (ECA) countries to mitigate and manage the impact of extreme events such as drought, heat waves, hurricanes, floods, forest fires and landslides. It recommends a variety of measures in the areas of financial and fiscal policy, disaster risk mitigation, and emergency preparedness and management to reduce current and future vulnerabilities. The goals of this paper are to (i) present forecasts on how climate change will affect weather-related hazards, their secondary effects and the impacts the extreme hydrometeorological phenomena will have on the countries of Europe and Central Asia and (ii) provide an overview of measures to mitigate and manage these risks. It also calls to build on and expand existing disaster risk management efforts and highlights the importance of investing in "win-win" options. This paper is a product of the Sustainable Development Department, Europe and Central Asia Region. It aims to be an effort to develop an analytical framework for sector and country dialog on climate change adaptation. It serves as a sectoral background note for the regional report Adapting to Climate Change in Europe and Central Asia.

Disaster risk reduction and climate change adaptation in the Australia-Pacific region

Eighteenth United Nations Regional Cartographic Conference for Asia and the Pacific, Bangkok, 26-29 October 2009
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This paper describes Australia’s progress in the areas of disaster risk reduction and climate change adaptation in the past 3-4 years, and reports on a number of ‘best practice’ activities in the Australia-Pacific region. It provides specific examples of the application and significant role of geo-information in disaster risk management and reduction, and climate change adaptation.