FDV2015: l’intervento del Capo Dipartimento sulla comunicazione d’emergenza

Il Festival ha dedicato una mattinata di lavori a “raccontare l’emergenza”

Al secondo giorno di iniziative, il Festival del Volontariato di Lucca ospita una mattinata dedicata a “Raccontare l’emergenza” da diversi punti di vista, con esperti di comunicazione e un focus dedicato al rapporto tra Sistema italiano di protezione civile e media. Numerosi gli interventi di esperti del settore, da Fulvio Scaglione di Famiglia Cristiana a Elio Silva del Sole 24 Ore, da Luca Calzolari della testata ilgiornaledellaprotezionecivile.it, ad Andrea Cardoni di Anpas, alla capo ufficio stampa del Dipartimento della Protezione Civile Francesca Maffini.

Tra gli interventi della mattinata, anche quello del nuovo Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, che ha portato al tavolo di lavoro il tema della comunicazione del rischio.  A questo proposito, Curcio ha subito sottolineato l’importanza di puntare “in tempo di pace” su un approccio costruttivo cittadino-Istituzioni, in modo da favorire, anche in emergenza, la riconoscibilità delle Istituzioni come fonti autorevoli di informazioni certe e validate.  Un lavoro complesso anche a causa della potente accelerazione del mondo dei media che comporta, inevitabilmente, un’accelerazione in materia anche da parte delle Istituzioni.  Il Capo Dipartimento ha inoltre indicato come prioritario il lavoro con le comunità per aumentare fra i cittadini il livello di consapevolezza dei rischi del territorio, tale da favorire l’adozione di comportamenti corretti anche in caso di emergenza. In questa direzione, va anche la decisione di portare a Lucca la Campagna Io non rischio, con una piazza “straordinaria” allestita il 18 e 19 aprile negli spazi del Real Collegio.

La mattinata si è chiusa con l’autore Claudio Camarca, regista del docufilm “La zona d’ombra”, e con Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere, che hanno discusso di comunicazione di emergenza con uno sguardo rivolto in particolare agli scenari di crisi “dimenticati” in ambito internazionale e al virus Ebola.

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