Enzo Zangrilli

Scopriamo insieme il nuovo Presidente della Consulta delle organizzazioni nazionali di Volontario di Protezione Civile

Intervista di Luigi Tomasso ad Enzo Zangrilli

Enzo, ci racconti la tua esperienza scout?


Ho cominciato nel 1960, nel gruppo Roma 10 dell’Asci, lo stesso di Alfredo Giglioli, futuro Capo scout dell’Asci e ora nel Cngei. Di questa esperienza, importante e formativa, ricordo quasi tutti i miei fratelli di allora, con molti dei quali  mantengo gli stessi rapporti, nonostante le differenti scelte associative. Il nostro era un quartiere di frontiera, in pieno boom economico. Pasolini lo descrive molto bene in Ragazzi di vita. A sedici anni, al mio primo campo di servizio a Lourdes, fui gratificato dal foulard bianco, simbolo che gli scout francesi usano per il servizio prestato agli infermi. In quel periodo, con la delegazione Asci al campo nazionale Gei di Cagli, ho conosciuto lo scautismo laico. A diciassette anni, già lavoratore studente, ho il primo incarico:  Caporeparto. Fino alla partenza per il servizio militare. Con il ‘68, anche per lo scautismo, si inizia la ricerca di altre vie: la Democrazia e la Coeducazione. Frequenti furono i contatti con il movimento scout femminile per definire una piattaforma comune che portasse all’unione delle due associazioni. Nel frattempo avevo maturato altre scelte. Ma quel periodo mi è caro perché vi ho conosciuto Giovanna che era vice capo branco e che è la persona con cui cammino da allora.




E il secondo tempo di questo tuo film personale?


La mia seconda vita Scout inizia nel 1988 quando mi figlio Arnaldo ci chiese di fare il lupetto. Decidemmo che era opportuno informarci sulle scelte educative dello scautismo laico e le trovammo soddisfacenti. Non ci volle molto perché in Sezione mi chiedessero di dare aiuto al gruppo di Arnaldo. Da allora sono stato senior in servizio, vice capoclan, capo di due reparti contemporaneamente, responsabile regionale di branca EE, per poi essere eletto presidente della Sezione di Roma dall’anno scout 1992/93. In seguito il Consiglio Nazionale mi ha delegato per l’ambiente e ho seguito i lavori di Parcoproduce. Con le altre organizzazioni scout abbiamo scritto il protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Ambiente e le Organizzazioni Scout per l’attività scout nei parchi. Da questo protocollo, tuttora in vigore, deriva l’intesa tra le associazioni scout e alcune Regioni o Enti Parco. Da Presidente della Sezione di Roma ho coordinato l’intervento dei volontari della Sezione in occasione dell’alluvione di Alessandria. Negli anni ’90, quando era Capo Scout Cngei Walter Merella, fui nominato supplente al tavolo nazionale delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile e da allora ho coordinato le attività di PC sin da Sarnovantotto, il terremoto di San Giuliano, il Giubileo e i funerali del Papa. In queste occasioni si costituì un gruppo di sostegno altamente qualificato, a supporto dei funzionari del DPC, delle segreterie tecniche e logistiche. Esperienze poi migliorate con le esercitazioni nazionali annuali. Infine il protocollo d’intesa che sono riuscito ad ottenere per il Centenario…


Enzo Zangrilli, Presidente della Consulta
Chi l’ha deciso?



Per tre anni sono stato vice Presidente del gruppo di lavoro delle associazioni Nazionali di volontariato presso il DPC e nel momento in cui è nato questo nuovo organismo per me è stato un grande onore essere il primo Presidente eletto all’unanimità dalle 27 associazioni che rappresentano circa un milione e mezzo di volontari.Prima di me, l’incarico era tenuto dal generale Franco Beolchini dell’Associazione Nazionale Alpini, che mi ha proposto in continuità con il lavoro armonico precedentemente realizzato.  Alla seduta erano presenti il Sottosegretario e capo della Protezione Civile dott. Guido Bertolaso e il Direttore del servizio volontariato di PC, dott. Agostino Mozzo. La  nomina  è stata ratificata dal Consiglio dei Ministri
 
Cosa fa il Presidente? 


Il ruolo del presidente della consulta è legato al ruolo che il Decreto del Presidente del Consiglio affida alla Consulta, cioè :


- fornire consulenza al Dipartimento Nazionale di PC e ai Dipartimenti regionali di PC.


- creare la colonna nazionale di pronto intervento di PC , allertando i volontari in caso di emergenza o di calamità naturali


- elaborare progetti che facciano sistema all’interno del mondo del volontariato.


Ad oggi sono impegnato a scrivere il progetto della Consulta, unitamente al suo regolamento


Verso i nostri lupetti, esploratori e rover, c’è una finalità educativa specifica nelle attività di PC?



 L'esperienza dei Campi A.I.B. di questa estate, dove personalmente ho voluto coinvolgerei n via sperimentale tutte e tre le branche, dimostra che l’attività di PC si inserisce appieno nelle finalità educative dei nostri ragazzi. Educazione  ai valori, all’impegno e alla tutela dell’ambiente, Con un valore aggiunto: consapevolezza per i nostri ragazzi di essere in grado di svolgere attività di prevenzione e accresciuta motivazione e autostima per la valutazione di eccellenza avuta dai supervisori del Dipartimento che hanno verificato come i nostri campi rispondevano agli obiettivi del progetto. Credo sia opportuno iniziare anche una riflessione sul futuro metodologico dello Scautismo: è necessario inserire nuovi elementi che possano rendere più efficace la nostra proposta educativa e il saper finalizzare l’apprendimento delle tecniche al fine della consapevolezza  dei nostri giovani.Anche un campo di Reparto se fatto in sicurezza con l’attenzione dovuta è un piccolo campo di protezione civile.  Saper montare oggi una piccola tenda tornerà certamente utile un domani se chiamati a montare le grandi tende dei campi di protezione civile. L’importanza dell’animazione per intrattenere bambini: fornire ai più piccoli attraverso il gioco pillole di consapevolezza che la protezione civile inizia con l’abitudine a non mettersi in situazioni di pericolo in casa a scuola, e durante le nostre attività. I cantieri rover possono mettere a frutto tutte le tecniche scout per costituire dei veri e propri momenti di simulazione di intervento in emergenza per essere pronti al servizio. Simuliamo un’emergenza di Protezione Civile.


Come si mette in moto la macchina della PC?


E’ il sistema di protezione civile che si mette in moto. In caso di calamità viene dichiarato lo stato di emergenza nazionale e subito è convocato il Comitato Operativo Nazionale. Il capo Dipartimento, su delega del Presidente del Consiglio dei Ministri, prende le decisioni e impartisce le direttive operative. Il sistema è complesso e copre 14 funzioni (una di queste è il volontariato). Da questo momento si attiva la Dicomac (direzione di comando e controllo) il più vicino possibile al luogo della calamità dove confluiscono tutte le organizzazioni civili e militari del sistema per attivare l’intervento.
 
Tu cosa fai esattamente?


Io ho il compito di coordinare le organizzazioni di volontariato e fare da interfaccia con il servizio volontariato del Dipartimento. È mia intenzione rilanciare momenti di confronto per migliorare i tre aspetti fondamentali che ogni organizzazione deve curare per rendere un servizio migliore: previsione, prevenzione, soccorso (e il post emergenza).


Hai un ufficio, una base?


In questa fase di avvio della Consulta non ho un ufficio né una base.
 
Ci racconti qualche intervento?


Vorrei raccontarvi il mio primo intervento di protezione civile anche se in quel periodo non c’era la protezione civile come la conosciamo oggi. Era il 1965, un anno prima dell’alluvione di Firenze (che è da tutti considerato l’evento da cui è partita l’idea della protezione civile in Italia) ci fu un’ esondazione del fiume Tevere e due borgate di Roma furono inghiottite dal fango. Io ero vice caposquadriglia e il nostro capo Reparto ci chiese di andare in soccorso. Ricordo ancora oggi l’entusiasmo con cui spalavamo fango dalle case e il calore con cui venivamo accolti da chi aveva perso tutto o quasi. Quelle due borgate si chiamavano Borghetto Flaminio e Primaporta ed io ricordo che proprio dove oggi c’è la struttura del dipartimento io ho iniziato a occuparmi degli altri. Parlando di interventi recenti devo sottolineare l’importanza crescente che un piccolo nucleo di soci del CNGEI ha assunto nel servizio prestato nelle varie emergenze ed esercitazioni nel corso degli ultimi anni e che ha visto protagonista Maurizio Misinato che si è distinto nel formare un team di soci in grado di gestire le segreterie tecniche degli eventi e nel creare uno strumento operativo oggi adottato dal Dipartimento PC per la gestione dei dati. A lui va il ringraziamento di tutto il CNGEI. 


Enzo Zangrilli, come persona


Sono sposato con Giovanna, con cui ho sempre condiviso l’impegno sia nello scautismo che nella società civile (sindacato, politica, associazionismo). Ho due figli ed un meraviglioso nipotino di quasi un anno. Amo viaggiare, passeggiare in montagna, raccogliere funghi, andare in canoa, nuotare, fare immersioni in apnea. Mi piace andare al cinema a vedere film d’azione e ascoltare musica celtica. Qualcuno mi definisce eta beta perché voglio sempre fare da me piccoli lavori di falegnameria, elettricità, muratura, lavorazione del cuoio…e poi sono positivo, tendo a vedere sempre la soluzione, mai il problema.
 
Infine, parlando a un giovane, come lo descriveresti il futuro?


Il futuro è speranza,  fiducia in noi stessi e negli altri, non è mai nostalgia del passato, è consapevolezza, è ricerca. E’...accettare le sfide e non tirarsi mai indietro.


Buona caccia.
Enzo Zangrilli


 

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