SIRIA: crisi umanitaria; da Italia contributo finanziario per l’UNHCR

Su istruzioni del Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, la Farnesina ha erogato un contributo volontario di emergenza di 250.000 euro per il finanziamento delle iniziative umanitarie svolte dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a beneficio degli oltre 80.000 profughi siriani presenti nel territorio turco. I fondi - si legge in una nota - sono destinati a sostenere le Autorità turche nell'accoglienza del crescente flusso di rifugiati dalla Siria, e testimoniano la continuità di impegno dell'Italia in risposta alla drammatica emergenza umanitaria causata dalla crisi in Siria.




 


Colloquio Terzi-Ban Ki Moon


Dell'argomento avevano, da ultimo, discusso, sabato scorso a Torino, il titolare della Farnesina e il Segretario Generale dell'Onu Ban Ki Moon, dopo l' appello da questi rivolto a inizio settembre per un maggiore sforzo della comunità internazionale a favore delle vittime delle violenze in Siria: due milioni e mezzo di persone necessitano di assistenza nel Paese, e sono oltre 230.000 i rifugiati nei Paesi limitrofi. In tale contesto, le iniziative umanitarie rappresentano una componente fondamentale dell'azione internazionale svolta dall'Italia sulla crisi siriana.


L’aiuto della Cooperazione


A fine agosto, la Cooperazione Italiana ha effettuato un volo umanitario, per favorire la costruzione dei quattro nuovi campi di accoglienza in allestimento in Turchia, consegnando 30 tonnellate di aiuti. Nelle settimane precedenti, la Cooperazione aveva inviato medicinali e beni di prima necessità in Libano, e kit medici per la cura di pazienti in Siria, Giordania e Libano. In collaborazione con la Protezione Civile e con l' Associazione Nazionale Alpini, è stato inoltre inviato in Giordania un ospedale da campo in grado di assistere sino a 100 persone al giorno. La Farnesina - prosegue la nota - ha anche dato concreta risposta alla richiesta dell'Unicef per finanziare programmi di inserimento scolastico e protezione dai rischi di sfruttamento e violenze per i minori siriani rifugiati in Libano, sostenendo, allo stesso tempo, un piano di assistenza alimentare d'emergenza a favore dei rifugiati palestinesi residenti in Siria.


 

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