IMPEGNO DELLA CARITAS PER L'EMILIA ROMAGNA

In Emilia Romagna la terra continua a tremare e cresce il numero degli sfollati. Una nuova forte scossa con epicentro nella zona di Mirandola, provincia di Modena e diocesi di Carpi, ha causato ulteriori danni e purtroppo molte altre vittime. È stata avvertita anche a Bologna, Ravenna, Milano, Mantova, Bolzano, in Veneto, Trentino, Liguria e in tutto il Nord Italia.Anche la prima scossa era stata udita distintamente in tutto il Nord (dal Friuli alla Liguria) e parte del centro Italia. Il sisma era già stato avvertito anche in Lombardia, nella diocesi di Mantova, e in Veneto, nella diocesi di Adria-Rovigo e lungo l’asse dal vicentino al veronese.





 Dopo l’appello di Benedetto XVI, preghiera e solidarietà perché la vita normale possa riprendere al più presto è stata espressa anche dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha anche stanziato un milione di euro per far fronte alla prima elmergenza.



Il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, che ha subito visitato i luoghi colpiti ed è tornato nei giorni scorsi a Finale Emilia, sottolinea che si è attivata la rete delle relazioni, con l’immediato coinvolgimento del delegato regionale e delle Caritas delle diocesi colpite (leggi l'intervista del direttore di Caritas Italiana al SIR).


È stato per il momento allestito a Finale Emilia un Centro di coordinamento Caritas per facilitare l'incontro con i bisogni rilevati delle disponibilità di risorse materiali e di volontari, consentendo risposte mirate ed evitando iniziative improvvisate che anziché d'aiuto potrebbero essere d'intralcio. Da tutta Italia le Caritas hanno già fatto manifestato vicinanza e disponibilità ad aiutare, così come l’intera rete internazionale, Caritas Europa e Caritas Internationalis si sono dette pronte a contribuire agli interventi Caritas che, dopo la prima fase di emergenza, vedranno, come sempre, un affiancamento duraturo, nel medio e lungo termine, nella fase più difficile della ricostruzione materiale e del tessuto sociale, con attenzione alla ricostruzione socio-economica, all’animazione e ai luoghi di aggregazione delle comunità




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