Via Libera al KYOTO 2


Il celeberrimo Protocollo di Kyoto avrà un allungamento della propria esistenza. Doveva terminare nel 2012, ma vivrà ancora minimo fino al 2017, per poi dare spazio, ad un nuovo patto globale sul clima, che diverrà operativo solo a partire dal 2020. Purtroppo i motivi del prolungamento non sono certo rassicuranti, infatti gli obiettivi prefissati, alla vigilia della originale scadenza, ovvero il 2012, risultano largamente disattesi.








Il Protocollo di Kyoto siglato l'11 dicembre del 1997 durante la Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) prevedeva l'obbligo di riduzione dei principali gas serra in una misura non inferiore al 5,2% rispetto ai livelli del 1990 (è pur giusto ricordare che il protocollo divenne operativo nel 2004 dopo la ratifica da parte della Russia). L’assenza di dati favorevoli, in alcuni casi anche peggiorativi rispetto agli obiettivi previsti, ha così imposto una revisione del patto, avvenuta nei giorni scorsi durante la 17/a Conferenza mondiale sul clima a Durban, in Sudafrica, e che ha messo sostanziali basi per il cosiddetto Kyoto 2.Misure necessarie discusse sono state l’innalzamento del livello di riduzione delle emissioni, come detto già peggiorato rispetto a quanto atteso secondo quanto espresso il 21 novembre 2011 dalla World Meteorological Organization nel bollettino ufficiale: http://www.wmo.int/pages/mediacentre/press_releases/pr_934_en.html



Maggiore trasparenza nelle misure adottate per ridurre le emissioni, istituzione di un Fondo Verde per il clima per aiutare i paesi poveri maggiormente soggetti alle conseguenze dei cambiamenti climatici (si parla di 100 miliardi di dollari l’anno a partire dal 2020!), sono le altre misure discusse.Di certo come le associazioni ambientaliste sottolineano, si tratta di tempo perso, certo va anche considerato che però mettere in ordine e d’accordo ben 195 componenti della Convenzione ONU, non sia semplicissimo, considerato che oltre l’aspetto ambientale ciò che governa certi movimenti, sono certamente le considerazioni e conseguenze economiche dei paesi in ballo (in particolare dei più potenti…).Ci auguriamo solo che la coscienza ambientale cresca e si sviluppi nei popoli e nella gente comune, questi grandi incontri sono certamente necessari affinché si scelgano e si prendano strade unitarie, ma chi cambia veramente il destino del Pianeta è la gente e le proprie abitudini.Di fatto, questo è stato un importante appuntamento per tracciare le linee prossime che comunque vedranno un interessamento maggiore dell’Europa (dato che Giappone, Russia e Canada non hanno accettato il prolungamento del periodo Kyoto), dunque prossimo passo, il summit del 2012 in Qatar, dove sarà necessario creare e stabilire una legge globale, al fine di puntare più concretamente e direttamente al 2020, passando per il ponte Kyoto 2.




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