Emergenza maltempo: relazione del Capo Dipartimento in Commissione Ambiente alla Camera

Resoconto sulle alluvioni del 25 e 26 ottobre e su quella del 4 novembre

Ieri, 9 novembre, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli ha riferito in Commissione Ambiente alla Camera sui recenti eventi alluvionali che hanno colpito la nostra Penisola, interessando in particolare: Liguria di Levante e Alta Toscana il 25 e il 26 ottobre, Piemonte, Liguria e Comune di Genova il 4 novembre e, conseguentemente, Campania, Basilicata, Puglia e Isola d’Elba. Questi eventi hanno provocato vittime, dispersi e feriti oltre ad ingenti danni alle abitazioni, alle infrastrutture viarie, ai servizi essenziali e alla rete di telecomunicazioni.

Le azioni del Sistema di Protezione Civile. Da subito, il Sistema di Protezione Civile – a livello locale, regionale e centrale – si è attivato per fornire soccorso e assistenza alla popolazione colpita dalle alluvioni e per presidiare il territorio. Il Dipartimento della Protezione Civile ha seguito l’evolversi degli eventi, attraverso rapporti costanti con le sale operative nazionali e regionali; continui aggiornamenti del Comitato Operativo - riunito in seduta permanente dal 25 al 27 ottobre e dal 4 all’8 novembre; sopralluoghi nelle zone colpite da parte di team di esperti del Dipartimento.

Il Sistema di allertamento. Sono stati illustrati l’architettura e il funzionamento del Sistema di allertamento nazionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile, disciplinato dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004, e dai successivi atti di modifica e integrazione. In particolare, il Capo del Dipartimento ha descritto il ruolo dei Centri funzionali e quello del Dipartimento, che garantisce – attraverso il Centro Funzionale Centrale - il coordinamento delle previsioni meteorologiche. Il Dipartimento emette quotidianamente un bollettino di vigilanza meteorologica nazionale o, in caso di previsione di eventi di scala sovra regionale, avvisi nazionali di condizioni meteorologiche avverse, costituiti dalla integrazione degli avvisi meteo regionali. La direttiva chiarisce le responsabilità definendo i protocolli operativi e i rapporti con le autorità di Protezione Civile. Le Regioni devono stabilire in modo univoco le azioni di protezione civile da attivare a livello locale, ufficializzarle in delibere della Giunta regionale e informarne al Dipartimento.

L’attività di prevenzione
. Il Capo del Dipartimento ha chiarito la differenza tra l’attività di prevenzione strutturale, che prevede la predisposizione e l’attuazione di programmi relativi ad interventi di messa in sicurezza del territorio, affidata in ordinario al Ministero dell’Ambiente, e l’attività di prevenzione negli interventi di protezione civile, così come definita dalla legge 225/92, competenza del Servizio Nazionale di Protezione Civile. Inoltre, ha evidenziato che la sproporzione tra fabbisogni e risorse disponibili, non permette di promuovere adeguate misure per garantire una completa ed efficace azione di prevenzione strutturale. In attesa che ciò venga realizzato o comunque per fronteggiare l’eventuale rischio residuo è necessario garantire la salvaguardia della popolazione adottando misure di prevenzione non strutturali (piani di emergenza; informazione ai cittadini) tipiche dell’azione di protezione civile.

Le proposte. Per garantire un’adeguata risposta del Sistema, il Capo del Dipartimento ha sottolineato la necessità di implementare l’adozione e la diffusione da parte di tutti i Comuni di piani di protezione civile; l’attività di informazione alla popolazione, che la normativa affida ai Sindaci; l’adozione di un sistema unico di comunicazione di protezione civile condiviso e adottato da tutte le Regioni. Inoltre, Franco Gabrielli ha posto l’accento su questi temi:



  • la necessità di rifinanziare il Fondo nazionale e regionale di protezione civile, non più integrato dal 2008. Le risorse limitate, infatti, potrebbero determinare in futuro una riduzione della capacità operativa del Sistema di Protezione Civile;

  • la necessità di modificare le recenti disposizioni normative, come la legge n. 10 del 26 febbraio 2011, che incidono sul reperimento delle risorse da destinare alle emergenze sempre più frequenti e devastanti;

  • la necessità di stabilire un “patto sociale” tra le istituzioni, che hanno il compito di assumere misure precauzionali in previsione di calamità, e i cittadini che devono essere coinvolti e informati. Il Capo del Dipartimento ha ribadito inoltre la necessità che i cittadini adottino comportamenti di auto protezione.

  • l’esigenza di introdurre forme di assicurazione obbligatoria rispetto ai rischi naturali, come avviene in altri Paesi europei e non europei.



A conclusione dell’intervento, il Capo del Dipartimento ha consegnato alla Commissione una dettagliata relazione con un resoconto degli interventi promossi dal Servizio Nazionale della Protezione Civile e delle iniziative assunte dal Governo. Pubblicheremo su questo sito il resoconto della seduta non appena disponibile.

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