L’Innalzamento dei mari e la nuova geografia

Nel corso dei millenni, gli insediamenti antropici sono sempre stati in vicinanza di una fonte di acqua, vicino ai fiumi o vicino ai mari, sia per ragioni alimentari di approvvigionamento idrico e fertilità dei terreni nel caso dei primi, sia per ragioni economiche e favorevoli al commercio nel caso dei secondi.Se consideriamo il dato solo a livello europeo possiamo individuare in circa 70 milioni il numero di cittadini europei (dato raddoppiato in soli 50 anni) che vive in comuni costieri, cioè il 16 % dell'intera popolazione europea, e la nostra Italia, con i suoi 7458 km di costa ed un territorio interno spesso montuoso rappresenta certamente uno degli stati che contribuisce in % ai propri abitanti in maniera importante.


Con tali premesse, l’articolo recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Global and Planetary Change, relativo ad uno studio effettuato dai ricercatori dell'Università di Trento Antonio Zecca e Luca Chiari, può a ragion veduta intimorirci.In breve il contenuto dell’articolo, sottolinea come la previsione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change - Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) secondo cui il livello delle acque marine globali si sia alzato di 20 centimetri nel XX secolo e si alzerà di altri 20 entro la fine dell’attuale secolo, sia ben troppo ottimistica. Infatti l'incremento minimo relazionato nell’articolo si attesta tra gli  80 e i 95 centimetri, addirittura proprio entro la fine del secolo.La previsione è drammatica se si considera che a livello mondiale regioni come quelle del Bangladesh, delle Maldive, del Delta del Nilo o della Florida, potrebbero essere completamente ridisegnate in funzione dell’avanzamento delle acque in una vera e propria nuova geografia dei territori.In realtà le linee di costa sono un sistema caratterizzato da un elevata dinamicità, con movimenti della linea stessa in tutte e quattro le direzioni (verso mare, verso costa, verso l’alto e verso il basso) per effetto di fenomeni di diverso tipo, dalla subsidenza all’erosione costiera, dall’accumulo di sedimenti anche di origine antropica ai fattori geologici.Ma a monte di tutto c’è certamente il clima come regolatore universale che influenza fortemente i differenti agenti modificatori. E su questo punto tornano gli scienziati autori dell’articolo, sottolineando come, l’unica arma concreta che abbiamo è quella di rallentare il fenomeno, attraverso la riduzione delle emissioni gas-serra, responsabili delle modificazioni climatiche che portano ad un surriscaldamento globale del pianeta con lo scioglimento dei ghiacci ed un aumento stesso del volume degli oceani (si pensi al fatto che l’acqua calda del mare occupa un volume maggiore rispetto all’acqua fredda: espansione termica).Abbiamo dato uno sguardo a ciò che accadrà a livello mondiale, ma anche a livello nazionale non c’è la passeremo meglio. Lo spazio di costa nord – orientale sarà certamente quello più colpito, la morfologia del territorio con pianure costiere, delta (si pensi alle dimensioni di quello del fiume Po) e lagune, le condizioni del Mare Adriatico che nella sua parte settentrionale non supera i 300 metri di profondità, le condizioni geologiche che fanno tendere ad un inclinazione ed abbassamento del nord Italia di 3 cm l’anno, divengono fattori che vanno ad aggravare la situazione in virtù del globale innalzamento delle acque previsto nel corso del secolo. Non a caso il Delta del Po rientra tra le prime 10 zone critiche a livello globale.In totale su tutta la penisola un team di ricercatori italiani in uno studio diretto dall’ENEA (Sea level change along the Italian coast during the Holocene and projections for the future) ha individuato in Italia, ben 33 punti a rischio: Venezia, la Versilia in Toscana, la foce del Tevere, la Campania ed altre zone di costa bassa.


 


E Come se la passa il nostro Abruzzo? Sarà Argomento approfondito del prossimo articolo!

Condividi questo articolo

Commenti (0)

Aggiungi un commento

Accedi dalla colonna di destra per aggiungere un commento.