I Boati della Val Lapisina

Val Lapisinia, Vittorio Veneto (TV) – Italia: Inquadramento Geografico: Veneto, Alpi Orientali, precisamente tra le Alpi e le Prealpi, lungo la Sella di Fadalto, collegamento tra la Val Lapisina nel comune di Vittorio Veneto e l’Alpago (comune di Farra d’Alpago).È questo il territorio, che da ottobre ad oggi (con un netto infittimento nell’ultimo mese), è stato teatro di questa singolare manifestazione naturale. Naturale (perché sono da escludere altre possibilità di origine antropica tipo petardi, botti e quant’altro di simile) ed evidente è il fenomeno sonoro che con boati cupi e tetri avvolge ed echeggia in questi luoghi comunemente governati dal silenzio più puro.


Le prime considerazioni da fare sono che il territorio in questo momento è monitorato, sotto osservazione e … sotto ascolto da parte dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste. Dunque certamente interessante sarà seguire lo sviluppo della vicenda quando saranno accumulati più dati, ed in funzione di questi ci ritroveremo con un altro articolo. Nel frattempo possiamo provare a fare delle ipotesi su quanto sta avvenendo sulla base di quanto noto fino ad oggi.Innanzitutto l’area: Sicilia, Catena Appenninica e Alpi Orientali, rappresentano a larga scala il contatto tra placca eurasiatica e placca africana, questo rende tutta questa linea di sutura, come certamente la parte più sismogenetica del nostro territorio. Presupposti perché si inneschino terremoti, anche importanti, dunque ci sono, e puntando l’attenzione sulle Alpi orientali e la propria fascia pedemontana, sappiamo bene quanto questa frazione della penisola sia stata provata nel tempo da sismi, basti pensare al terremoto del 1976 in Friuli Venezia Giulia, o ancor più specificatamente nel territorio di Vittorio Veneto a quello del 18 ottobre del 1936.Si consideri anche il fatto che la zona interessata da questi boati, è situata in prossimità del lago Santa Croce, che con una capacità idrica di ben 120 milioni di metri cubi ed una diga di 2 km di lunghezza e 10 metri di altezza crea uno sbarramento a nord che innalzando il livello dell’acqua a 386 metri spaventa se si pensa che ci troviamo a soli 50 km dal Vajont. E prima di quel tragico 9 ottobre 1963, nella vallata che sarà devastata da lì a poco , echeggiavano boati simili a questi dei giorni d’oggi. In sostanza, facile che la gente abbia paura e cerchi delle spiegazioni plausibili a quanto accade.


Certamente le rilevazioni dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste parlano chiaro al momento, facendo riferimento a dati provenienti da sismografi, situati a Fadalto Basso, e tra Nove e Farra d'Alpago. Le rilevazioni seppur indicano la presenza di vibrazioni nel sottosuolo connesse ai botti, non evidenziano un attività sismica importante in questo ultimo periodo, infatti se scorriamo anche i dati riportati direttamente sul sito dell’INGV, le scosse rilevate in queste zone sono le seguenti:


 


·         Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.3 avvenuto alle ore 18:27:57 italiane del giorno 22/Nov/2010, localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Prealpi_venete.


·         Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.3 avvenuto alle ore 08:09:29 italiane del giorno 30/Dic/2010, localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Prealpi_venete.


·         Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.2 avvenuto alle ore 05:06:07 italiane del giorno 22/Gen/2011, localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Pianura_veneta.


·         Un terremoto di magnitudo(Ml) 1.4 avvenuto alle ore 22:16:12 italiane del giorno 23/Gen/2011, localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Prealpi_venete.


 


Il che, fatta eccezione per la coincidenza dei giorni 22 e 23 gennaio di sismi con i fenomeni sonori, non si incontra invece alcuna corrispondenza nelle altre segnalazioni riportate. Quindi le vibrazioni avvertite in contemporanea ai boati potrebbero essere più frutto del fenomeno, piuttosto che causa scatenante quale appunto un terremoto. Altra considerazione importante e determinante, fatta in questi giorni è l’associazione di questi boati, ai movimenti di falde freatiche nel sottosuolo. La falda freatica è una falda acquifera, caratterizzata dall’accumulo tra rocce impermeabili che fanno da “contenitore” di acqua drenata in canali e fiumi sotterranei attraverso rocce permeabili. I quantitativi di acqua presenti in falda sono direttamente correlati alla piovosità stagionale. In quest’ottica se si considera che i mesi di novembre e dicembre sono stati interessati da ingenti quantità di pioggia, si capisce come è possibile che le falde possano essere molto cariche e possano determinare con il loro movimento crolli nel sottosuolo e conseguenti grandi boati. Per quanto il movimento di falde tende a creare meno panico dell’effetto mediatico di rischio sismico, certamente i cittadini di Vittorio Veneto (il centro abitato maggiormente interessato), hanno paura, nelle giornate di fine dicembre sono stati avvertiti addirittura ben 12 boati in sole 24 ore. Anche se di rischio sismico non si trattasse, gli stessi movimenti sotterranei di acqua ed i conseguenti crolli profondi devono esser degni di attenzione e controllo, in considerazione della possibilità che questi nella loro evoluzione possano determinare problematiche in superficie quali frane e sprofondamenti. Presente o meno, “L’Orcolat” (l’orco), come chiamavano il terremoto ed il suo eco nel 1976, è tornato a far paura tra la gente, ed in via preventiva la Protezione Civile ha comunque preparato i piani di evacuazione, del resto gli stessi definiti e predisposti ormai da anni.


 




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