Chiude il forum sull’acqua

Si è chiuso tra le critiche delle organizzazioni non governative e di numerosi paesi il V Forum mondiale dell’acqua ospitato questa settimana a Istanbul.

Nella dichiarazione finale, adottata in coincidenza con la Giornata mondiale dell’acqua, i rappresentanti di 130 governi affermano genericamente la necessità di migliorare l’accesso all’acqua potabile e la sua disponibilità, ma manca il principio del ”diritto all’acqua” invocato dalle associazioni della società civile del pianeta.








 


Il testo elenca una serie di impegni per gestire in modo migliore le risorse idriche di cui due miliardi e mezzo di persone nel mondo sono ancora prive: promesse insufficienti e inadatte alle necessità attuali, come ha sottolineato, tra gli altri, il ministro dell’acqua del Bangladesh, Ramesh Chandra Sen. Francia, Spagna e diversi paesi dell’America Latina e dell’Africa hanno tentato senza successo di apportare modifiche alla dichiarazione conclusiva, evidenziando che l’acqua ”è un diritto umano e non solo un bisogno”: in 20 hanno sottoscritto un documento alternativo.


”Sono molto delusa, è scioccante vedere che per la prima causa di mortalità al mondo non c’è più una mobilitazione politica” ha detto la segretaria di stato francese all’Ecologia Chantal Jouanno; si stima che l’80% delle malattie nei paesi del Sud del mondo sia legato all’acqua. I dibattiti sulla ‘diplomazia dell’acqua’ hanno deluso molti anche alla luce di un dettagliato rapporto presentato dall’Onu prima dell’inizio del Forum di Istanbul in cui si evidenzia che ”i conflitti legati all’acqua possono sorgere a tutti i livelli, anche sui corsi d’acqua transfrontalieri”. La Convenzione dell’Onu che riguarda questi ultimi, adottata nel 1997, non è ancora entrata in vigore poiché non è stata superata la barriera delle 35 ratifiche necessarie.






  Speciale World Water Forum








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