L’unione fa la forza

S. Lorenzo di Sebato (BZ), 13 giugno 2015 - Esercitazione congiunta di soccorso fluviale

Si sono incontrate sabato 13 Giugno le varie organizzazioni  di soccorso pusteresi fra le quali il Soccorso acquatico di Brunico e Bressanone, il Soccorso Alpino civile Bergrettungsdienst im Alpenverein Südtirol (BRD-AVS) di Brunico, i Vigili del fuoco di S. Lorenzo di Sebato, la Croce Bianca nonché gli uomini SAGF di Brunico. Tutti uniti con lo stesso obbiettivo: addestrarsi per salvare vite umane in pericolo. Sono le 8.30 di sabato mattina quando i soccorritori riuniti nel piazzale della caserma dei VV.FF. di S.Lorenzo di Sebato venivano allertati da una chiamata di soccorso. L’esercitazione aveva dunque inizio. La richiesta di aiuto era chiara: “tre ragazzi bloccati e rimasti feriti con il loro “kajak” nel torrente “Rio Gadera” adiacente la strada che porta dalla località di  San Lorenzo di Sebato  a quella di San Vigilio di Marebbe. Sul posto presente una pattuglia della Polizia Stradale”.


Veniva immediatamente predisposto un centro di coordinamento dei lavori denominato “Einsatzleitung” nei pressi del luogo dell’incidente che aveva la funzione di gestire le risorse umane ed i mezzi di impiego presenti, nonché le varie manovre di soccorso da attuare. I primi a partire erano gli uomini del SAGF di Brunico seguiti dai Vigili del fuoco volontari, gli uomini del soccorso acquatico e del soccorso alpino civile (BRD-AVS) di Brunico. Giunti in prossimità del luogo dell’incidente la pattuglia della Polizia aveva già predisposto il blocco stradale al fine di far convogliare tutti i mezzi di soccorso in luogo idoneo e sicuro. I Vigili del fuoco si predisponevano su tutto il tratto adiacente il Rio Gadera con le torce e sistemi visivi per controllare la viabilità. Sbirciando nel profondo “kenyon” lo scenario che si presentava era chiaro come dalla  telefonata di allertamento: sul letto del torrente in tre punti distanti tra di loro vi erano adagiate le tre persone equipaggiate con attrezzatura fluviale apparentemente coscienti, ma ferite ed impossibilitate a proseguire. La “macchina del soccorso” si era messa in moto. Mentre il soccorso acquatico si preparava a scendere nel letto del torrente per prestare i primi aiuti, gli uomini del BRD-AVS e del  SAGF  iniziavano ad allestire a bordo strada una teleferica alpina. Venivano dunque calati i volontari del soccorso acquatico 15 metri più sotto dal bordo stradale nelle gelide acque del torrente unitamente ai capi di corda da portare sull’altra sponda del fiume per attrezzare la teleferica. Due uomini del soccorso acquatico si avvicinavano dunque all’infortunato valutando le prime funzioni vitali. Altri due risalivano il torrente sulla sponda opposta per fissare ad un albero due capi di corda “statica” alla stessa altezza dei colleghi soccorritori dall’altro lato del torrente. Un militare del SAGF raggiungeva i volontari del soccorso sulla sponda opposta tra gli alberi utilizzando le corde tese sopra il luogo dell’incidente per assistere nelle operazioni di soccorso, mentre dalla parte opposta della strada si predisponeva la barella di recupero con il soccorritore per la successiva calata ai feriti. Tutto era pronto. Quindi un militare del SAGF che fungeva da soccorritore, veniva calato sul punto preciso ove attendevano i volontari del soccorso acquatico e l’infortunato, prossimo all’ipotermia. Giunto sul sasso ove giaceva il giovane escursionista ferito, il militare coadiuvato dai due soccorritori acquatici trasferiva l’infortunato sulla barella in dotazione alla stazione SAGF collegata alla teleferica, immobilizzando sia il capo che il resto del corpo come da prassi di primo soccorso e portandolo poi in salvo a riva in pochi minuti. Gli uomini del SAGF e del BRD-AVS iniziavano il recupero dell’infortunato che poi veniva  consegnato ai soccorritori della Croce Bianca di Brunico che attendevano sul bordo stradale. Si concludeva in questo modo l’esercitazione di soccorso organizzato. Le comunicazioni via radio, che  in un terreno impervio come il letto del torrente, ove le distanze tra i soccorritori e i rumori provocati dalla strada e dal fiume erano considerevoli, risultavano di fondamentale importanza . Questo esercitazioni di soccorso organizzato sono molto importanti per conoscersi meglio e dialogare tra i vari organi di soccorso presenti sul territorio. Al fine di conseguire gli stessi obbiettivi in maniera sinergica con il minor spreco di tempo e di risorse umane possibile è necessario standardizzare le attività operative di soccorso con i vari Enti preposti. Infatti la collaborazione di tutti ha permesso il raggiungimento dell’obbiettivo finale in tempi brevi e con la massima sicurezza traendo in salvo, in questo caso specifico, i malcapitati dal letto del torrente.

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